Negli ultimi decenni la patologia dell’occhio ipovedente è in costante crescita, soprattutto con l’aumento delle aspettative di vita. La malattia, denominata ipovisione, causa alterazioni della vista che possono limitare le attività quotidiane, ma in cosa consiste esattamente? Quali sono le cause, i sintomi e le cure? Vediamo di saperne di più.
L’occhio ipovedente in cosa consiste?
L’ipovedente è un soggetto che presenta un’acutezza visiva molto limitata, tale da ostacolare lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Infatti, la compromessa visione bilaterale influisce notevolmente sulla qualità di vita del soggetto, vista la sua scarsa autonomia.
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Nonostante il soggetto ipovedente abbia un residuo visivo, il danno subito non gli permette di svolgere facilmente neanche i compiti più semplici, come lavorare al computer o magari leggere un libro. Tuttavia, l’ipovedente non può essere considerato un non vedente, proprio perché ha un residuo visivo, variabile da soggetto a soggetto.
Esistono diversi livelli di ipovisione, che l’OMS ha classificato come una condizione di acuità visiva compresa tra 1/20 e 3/10 nell’occhio migliore. Nello specifico, una normativa del 2001 distingue tre classi di ipovedenti che sono le seguenti:
lieve – è un soggetto con un residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, seppur con correzione;
moderata – è un soggetto con un residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, seppure con correzione;
grave – è un soggetto con un residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, seppur con correzione.
Quali sono i sintomi?
L’ipovisione comporta, come detto prima, una riduzione significativa della funzione visiva che impedisce di svolgere le normali attività quotidiane. Nello specifico, nell’ipovedente i sintomi più frequenti possono essere riassunti in:
- Difficoltà nel distinguere volti di parenti e amici
- Problemi nel guardare la tv, leggere o scrivere
- Difficoltà ad attraversare la strada o a leggere i cartelli.
- Anomalie nella visione del colore
- Maggiore sensibilità alla luce
Inoltre, sintomi come perdita della visione centrale, o della visione laterale, visione offuscata e annebbiata, oppure cecità notturna devono far scattare subito un campanello d’allarme. In questi casi è consigliabile chiedere un consulto medico.
Le cause dell’occhio ipovedente quali sono?
Le cause dell’occhio ipovedente sono diverse, ma il fattore più alto di rischio rimane l’aumento dell’età e i disturbi della vista legati ad essa. Nel diventare ipovedente le cause più rilevanti sono le patologie che riguardano la retina, come ad esempio:
Degenerazione maculare – colpisce la macula, ovvero il punto più centrale della retina che permette di vedere i colori e di avere una visione distinta. Si tratta di una delle più gravi patologie dell’occhio e causa una riduzione significativa dell’acuità visiva. Di conseguenza compromette la qualità di vita.
Retinopatia diabetica – questa patologia è frequente in persone che soffrono di diabete ed è dovuta ad alterazioni vascolari della circolazione retinica.
Distacco della retina – consiste in una rottura di questa membrana nervosa sottile che riveste la superficie interna dell’occhio e ha il compito di ricevere la luce. Un distacco di questa membrana comporta l’oscuramento dell’occhio.
Retinite pigmentosa – questa malattia provoca la perdita progressiva della vista fino ad arrivare anche alla cecità totale.
Vi sono anche altre patologie che portano all’ipovisione, come il glaucoma, le cataratte, che causano un indebolimento della vista, o ancora l’albinismo, difetti congeniti e malattie ereditarie.
Esistono cure?
Non esiste per gli ipovedenti una cura specifica, così come non si può correggere la riduzione della vista con lenti a contatto, occhiali o un intervento chirurgico.
Bisogna rivolgersi all’oftalmologo per avere una diagnosi precisa e accurata sulle cause che lo hanno generato. Individuata la natura della patologia lo specialista cerca la soluzione più idonea per migliorare la visione, attraverso l’uso di ausili ottici, elettronici e informatici specifici, che hanno lo scopo di migliorare la vita quotidiana dell’ipovedente.
Grazie alla tecnologia gli attuali dispositivi ottici sono notevolmente avanzati e affiancando programmi di riabilitazione personalizzati il soggetto ipovedente riesce a migliorare la propria qualità di vita. L’obiettivo di tutte le competenze tecniche, mediche e riabilitative è quello di sfruttare il residuo visivo dell’ipovedente per ridargli la propria autonomia.
Per questo ogni caso viene studiato singolarmente, per poter adattare al soggetto un programma specifico di riabilitazione, che possa aiutarlo a superare con maggiore facilità le difficoltà della vita quotidiana.