Il rinnovo della patente. Un piccolo rito che scandisce le fasi della nostra vita. Prima ricordandoci ogni decennio che passa, poi, quando ormai il grigio si fa largo tra i nostri capelli, ricordandoci quanto passino in fretta cinque anni, per diventare, infine, un appuntamento sempre più frequente.
Oltre alle scartoffie burocratiche e al doloroso versamento pecuniario, questo piccolo rito poggia le sue basi sulla tradizionale visita oculistica per il rinnovo della patente.
Non parliamo di tradizione in maniera casuale, perché nella maggior parte dei casi (poi le eccezioni non mancano) si tratta effettivamente di questo, una ‘tradizione’ che quasi sempre passa senza farsi troppo notare e che, in termini diottrici, ha ben poca valenza. Motivo per cui, difficilmente troverete qualcuno con paura di affrontarla.
Ma andiamo un po’ più a fondo.
Come si svolge la visita oculistica per il rinnovo della patente?
Questa visita dovrebbe essere in grado di stabilire se la persona intenzionata a rinnovare la patente è in grado di soddisfare i requisiti, visivamente parlando, richiesti dal codice della strada. Nello specifico andrebbero controllati: sensibilità al contrasto, ampiezza del campo visivo, sensibilità all’abbagliamento, discromatopsia, daltonismo e, ovviamente, il numero di diottrie.
La pratica, purtroppo, risulta spesso ben diversa e chi ha già passato qualche rinnovo potrà facilmente testimoniarlo.
Troppo spesso si viene semplicemente posti a ‘una distanza un po’ casuale’ dalla classica tavola optometrica e ci viene richiesto di leggere qualche lettera con un occhio (poi l’altro a turno) coperto dalla mano, senza controlli particolari che questa stia effettivamente svolgendo il suo lavoro.
Avete mai avuto la sensazione di trovarvi a partecipare a una visita medica effettiva? Forse qualcuno di voi sì, ma in quel caso siete stati fortunati.
Perché non ha valenza in termini diottrici?
Non che la visita sia completamente inutile, insomma, se qualcuno ha effettivamente grandi difficoltà visive sarà difficile tenerle nascoste. Non si può certo dire, però, che il tutto vada oltre la funzione di mero controllo.
Da questa visita non ricaverete indicazioni precise o diagnosi che possano migliorare effettivamente le vostre condizioni visive. Insomma, non prendetela assolutamente come sostitutiva di una visita specialistica per attendibilità.
Se la vista va controllata, tuttavia, perché non farlo a dovere e decidere di affidarsi a mani sicure? O, quantomeno, a qualcuno che non debba semplicemente sbrigare una pratica?
Cosa è consigliato fare?
Se il vostro senso di responsabilità vi impone di mettervi alla guida solo con condizioni visive ottimali (come dovrebbe essere per salvaguardare sé stessi e gli altri), sarà meglio procedere per proprio conto e giocare con un po’ di anticipo.
Un controllo optometrico al momento giusto può togliervi d’impaccio e farvi acquisire la sicurezza necessaria per imbracciare il volante con la giusta serenità.
Avere il giusto tempismo è importante, perché in caso di necessità, per il momento del rinnovo, avrete già a disposizione gli strumenti e gli ausili necessari per il massimo del comfort visivo.
Il periodo ‘preventivo’ consigliato si aggira attorno ai tre mesi. In questo modo avrete tempo e modo non solo di procurarvi l’occorrente, ma anche di abituarvi alla perfezione al nuovo ‘asset’ .
Tenere monitorata la vista con dei controlli periodici è fondamentale per la salute dei tuoi occhi.
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Approfittatene prendendo la visita optometrica non solo come sicurezza in più per la patente, ma soprattutto come occasione da cogliere al balzo per assicurarsi di vivere con le migliori condizioni visive, anche perché vederci bene è innanzitutto un mezzo per migliorare la qualità della vita quotidiana. Chiedete consiglio al vostro ottico-optometrista di fiducia su come muovervi, i vostri occhi ringrazieranno sentitamente.
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